Dialogue on Good

sp_2002

III Plenary Session 21-23 June 2002 – Reverendissimo Presidente, Eccellenza Reverendissima, Illustri Accademici, sono lieto, ed onorato, di partecipare a questa III Sessione Plenaria della Pontificia Accademia di San Tommaso d’Aquino, avente come tema “Dialogo sul Bene”. Rivolgo a nome di Sua Eminenza il Cardinal Paul Poupard, Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, impossibilitato a partecipare a quest’incontro, e mio personale, il più cordiale saluto a tutti voi e l’augurio di un proficuo impegno culturale a servizio di tutta la Chiesa. L’attività di questa Accademia Pontificia è, infatti, al servizio della Chiesa e mira ad offrire a tutta la Chiesa riflessioni e suggerimenti per discernere i fenomeni culturali, teologici e filosofici del nostro tempo, facendo in particolare riferimento all’insegnamento di San Tommaso d’Aquino, il cui pensiero è sempre vivo nella Tradizione della Chiesa, come ci ricorda la Fides et ratio. Consentitemi di rivolgere un particolare ringraziamento al Presidente, il Rev.mo P. Abelardo Lobato, e al Prelato Segretario, S.E. Rev.ma Mons. Marcelo Sánchez Sorondo, che con il loro generoso impegno hanno ridato impulso alle attività dell’Accademia, inserendola più efficacemente nel contesto culturale odierno come protagonista e artefice di una autentica ed attuale riproposizione del pensiero di San Tommaso.

Quest’anno il tema della Sessione Plenaria è quanto mai interessante ed attuale, e mentre per un verso ci rimanda, appunto, alla dottrina del grande teologo e filosofo, patrono di questa Accademia, dall’altro vuole rispondere alle esigenze attuali della Chiesa e della cultura del nostro tempo, in cui si fanno sempre più pressanti gli interrogativi sul bene, e sul suo discernimento nei tanti, ambigui e contraddittori fenomeni dei nostri giorni. Tale Sessione, poi, segue molto opportunamente quella dedicata al “Dibattito contemporaneo sulla Verità”, tenutasi a giugno dello scorso anno, ed i cui Atti sono appena stati pubblicati, in una bella veste editoriale, nella Rivista dell’Accademia Doctor Communis. Verità e bene, come sappiamo, si richiamano a vicenda e non possono essere scissi nella ricerca umana, sono due poli complementari della riflessione cristiana, come ci ha ricordato Giovanni Paolo II nella Enciclica Veritatis splendor, del 1993. Il numero 62 del Documento, ad esempio, viene introdotto dal titoletto: “Cercare la verità ed il bene”. In esso leggiamo: “Certamente, per avere una ‘buona coscienza’ (1 Tim 1, 5), l’uomo deve cercare la verità e deve giudicare secondo questa stessa verità” (n. 62). Ma già all’inizio dell’Enciclica, il Santo Padre affermava: “Nella profondità del cuore (dell’uomo) permane sempre la nostalgia della verità assoluta e la sete di giungere alla pienezza della sua conoscenza. Ne è prova eloquente l’inesausta ricerca dell’uomo in ogni campo e in ogni settore. Lo prova ancor più la sua ricerca sul senso della vita” (n. 1), chiedendosi subito dopo: “Ogni uomo non può sfuggire alle domande fondamentali: Che cosa devo fare? Come discernere il bene dal male? La risposta è possibile solo grazie allo splendore della verità che rifulge nell’intimo dello spirito umano... la luce del volto di Dio splende in tutta la sua bellezza sul volto di Gesù Cristo” (n. 2). Sembra quasi un’anticipazione del tema del volto di Cristo da contemplare e amare, contenuto nella Novo Millennio Ineunte, e da cui ripartire per un nuovo cammino di evangelizzazione e di dialogo con le culture. Giovanni Paolo II è tornato più volte sulla tematica del bene, del “bonum ”, anche in contesti apparentemente estranei e lontani dalla stessa tematica come, ad esempio, nella Lettera agli Artisti , del 1999. In essa, trattando della bellezza, ricorda la stretto nesso che la collega al bene: “Nel rilevare che quanto aveva creato era cosa buona , Dio vide che era cosa bella . Il rapporto tra buono e bello suscita riflessioni stimolanti. La bellezza è, in un certo senso, l’espressione visibile del bene, come il bene è la condizione metafisica della bellezza” (n. 3). Il dibattito sul Bene si è fatto, poi, sempre più attuale e necessario, anche per le mutate condizioni culturali e sociali del nostro tempo e per le scelte problematiche operate in vari campi dell’agire umano, in cui nuove tecnologie e nuovi bisogni spingono a “scavalcare” o eludere del tutto la domanda sul bene di quella particolare azione o di quel dato comportamento. Ci si trova, insomma, dinanzi a fenomeni quanto mai preoccupanti e che interpellano profondamente la coscienza di tutti gli uomini, ma soprattutto la coscienza e l’intelligenza dei cristiani, chiamati a riproporre chiaramente, e coraggiosamente, i criteri di discernimento tra bene e male. Lo stesso Giovanni Paolo II, parlando ai partecipanti al III Forum Internazionale della Fondazione Alcide De Gasperi, tenutosi lo scorso febbraio sul tema dell’unità europea, ha lanciato un chiaro monito a tutta la Chiesa, ed in particolare a quella dell’Europa, perché il continente europeo ritrovi la capacità e la chiarezza nella scelta del bene: “Il ‘vecchio’ continente – Egli afferma – ha bisogno di Gesù Cristo per non smarrire la sua anima e per non perdere ciò che l’ha reso grande nel passato e ancora oggi lo impone all’ammirazione degli altri popoli. È infatti in virtù del messaggio cristiano che si sono affermati nelle coscienze i grandi valori umani della dignità e dell’inviolabilità della persona, della libertà di coscienza, della dignità del lavoro e del lavoratore, del diritto di ciascuno a una vita dignitosa e sicura e quindi alla partecipazione ai beni della terra, destinati da Dio al godimento di tutti gli uomini. Indubbiamente all’affermazione di questi valori – prosegue il Pontefice – hanno contribuito anche altre forze al di fuori della Chiesa, e talora gli stessi cattolici, frenati da situazioni storiche negative, sono stati lenti nel riconoscere valori che erano cristiani, anche se recisi, purtroppo, dalle loro radici religiose. Questi valori la Chiesa li ripropone oggi con rinnovato vigore all’Europa, che rischia di cadere nel relativismo ideologico e di cedere al nichilismo morale, dichiarando talora bene quello che è male e male quello che è bene. Il mio auspicio è che l’Unione Europea sappia attingere nuova linfa al patrimonio cristiano che le è proprio, offrendo risposte adeguate ai nuovi quesiti che si propongono soprattutto in campo etico” (L’Osservatore Romano, 24 febbraio 2002). Il dibattito o, meglio, il “Dialogo sul Bene”, che non tralascia affatto l’altra faccia della medaglia, il male, è, perciò, veramente urgente e necessario, scaturisce dalla riflessione sulla verità e si pone come ovvia conseguenza di una vera, autentica contemplazione del volto di Cristo, Via Verità e Vita. Il programma di questa Sessione Plenaria, davvero interessante sia per gli aspetti che verranno approfonditi sia per le illustri personalità che interverranno, offre anche non pochi spazi per il dialogo ed il dibattito tra i partecipanti, favorendo così ulteriori approfondimenti, come pure colloca la problematica in vari ambiti e dimensioni dell’esistenza, consentendo di contestualizzare la riflessione e precisarla ulteriormente. Pertanto mi congratulo vivamente con tutti voi per l’opportuna e saggia scelta di questa tematica per la vostra III Sessione Plenaria, ed auguro un fecondo e proficuo lavoro di riflessione e approfondimento, perché poi tutta la Chiesa possa beneficiare del vostro dialogo per proporre la Verità ed il Bene a tutti gli uomini di buona volontà.

Bernard Ardura

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Proceedings of the III Plenary Session on Dialogo sul Bene / Dialogue on Good 21-23 June... Read more

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